Concerti Finali a.a. 2018-2019
I Concerti finali ritornano a concludere l’attività dell’anno accademico, iniziando con la serata che vede protagonista l’orchestra del Conservatorio sul palco del Carlo Felice, in collaborazione con la Comunità di Sant’Egidio.
A seguire, una serie di luoghi di prestigio apriranno le porte ai nostri studenti: dal Palazzo della Meridiana a Palazzo Tursi, dalla Chiesa di S. Torpete all’Oratorio di S. Filippo Neri (queste ultime, già sedi di importanti rassegne musicali del recente passato genovese), fino alla Chiesa di S. Antonio Abate a Carcare. Naturalmente, alcuni concerti saranno ospitati a Villa Bombrini e a Palazzo Senarega, senza dimenticare il Museo di Arte Orientale “E. Chiossone”, dove si sono svolti molti saggi di classe.
Viene in mente Pietre che cantano, quel prezioso volumetto di Marius Schneider, dove l’etnomusicologo tedesco trova inimmaginabili corrispondenze tra i colonnati di tre chiostri romanici catalani e la notazione degli inni gregoriani dedicati ai relativi santi. Senza arrivare a tanto, abbiamo cercato di ambientare ogni evento in un luogo che potesse accoglierlo in modo adeguato: questo vale soprattutto per i programmi centrati su Marenzio, Ristori e Bach, ma anche per gli altri.
Ringraziamo insegnanti e allievi, che hanno saputo dare forma a proposte interessanti, talvolta monografiche, talaltra tenute comunque insieme da un sottile filo progettuale. Abbiamo creduto di inserire in questo breve ciclo di mezza estate anche i partecipanti a due masterclass, su invito dei docenti ospiti, i quali hanno espresso un parere molto lusinghiero sul livello del nostro Istituto.
Buon ascolto a tutti!
A seguire, una serie di luoghi di prestigio apriranno le porte ai nostri studenti: dal Palazzo della Meridiana a Palazzo Tursi, dalla Chiesa di S. Torpete all’Oratorio di S. Filippo Neri (queste ultime, già sedi di importanti rassegne musicali del recente passato genovese), fino alla Chiesa di S. Antonio Abate a Carcare. Naturalmente, alcuni concerti saranno ospitati a Villa Bombrini e a Palazzo Senarega, senza dimenticare il Museo di Arte Orientale “E. Chiossone”, dove si sono svolti molti saggi di classe.
Viene in mente Pietre che cantano, quel prezioso volumetto di Marius Schneider, dove l’etnomusicologo tedesco trova inimmaginabili corrispondenze tra i colonnati di tre chiostri romanici catalani e la notazione degli inni gregoriani dedicati ai relativi santi. Senza arrivare a tanto, abbiamo cercato di ambientare ogni evento in un luogo che potesse accoglierlo in modo adeguato: questo vale soprattutto per i programmi centrati su Marenzio, Ristori e Bach, ma anche per gli altri.
Ringraziamo insegnanti e allievi, che hanno saputo dare forma a proposte interessanti, talvolta monografiche, talaltra tenute comunque insieme da un sottile filo progettuale. Abbiamo creduto di inserire in questo breve ciclo di mezza estate anche i partecipanti a due masterclass, su invito dei docenti ospiti, i quali hanno espresso un parere molto lusinghiero sul livello del nostro Istituto.
Buon ascolto a tutti!
